La grande impresa di Filippide
Filippide è passato alla Storia come il messaggero, che
stremato dalla fatica di aver corso i famosi 42 chilometri, stramazza al
suolo dopo aver dato l'annuncio della vittoria di Atene nella battaglia di Maratona.
La storia di Filippide è in realtà una leggenda romanzata creata dalla mente
fantasiosa di Luciano di Samostata circa 700 anni dopo gli avvenimenti
descritti. Come ogni romanziere sa, una storia colpisce il lettore se la storia ha anche fatti tragici: ecco allora che nel momento della
vittoria, appena grida “Nikè Nikè”, il messaggero inopinatamente muore !
Bellissimo colpo di teatro !
Erodoto, che è vissuto invece nello stesso periodo delle guerre persiane e poteva attingere a fonti più fresche, non parla infatti di questo avvenimento, che se vogliamo, è anche poca cosa rispetto al contesto.
Erodoto invece narra di un “emerodromo” cioè messaggero veloce, di nome Filippide che non corre da Maratona ad Atene, ma compie un'impresa differente, cioè il percorso Atene-Sparta
in un giorno e mezzo per chiedere a Sparta di inviare truppe in aiuto di Atene. Questa è la vera impresa di Filippide.
Tra Atene e Sparta ci sono più di 200 chilometri, tra
l’altro non di pianura. Rimane controverso perché a quei tempi non ci si affidasse a un messaggero
a cavallo, oppure ad una staffetta, ma pare che si
preferisse l’uso, per inviare comunicazioni, di questi uomini dai piedi veloci come Hermes.
Pertanto, la grande impresa non è quella sui 42 chilometri
ma sui 200, che è una distanza mitica, altro che muro dei 30 km !
Nel 1982, ben dopo che De Coubertin inventa la "maratona" olimpica sulla distanza dei
42,195 metri, un inglese, tal John Foden, si incuriosisce della storia di Filippide e si mette a correre la distanza tra Atene e Sparta. Ce la fa, contrariamente alle attese, a coprirla proprio in un giorno e mezzo come scriveva Erodoto, così l’anno
successivo dà vita alla Spartathlon, una gara massacrante di 246 km da
compiersi in meno di 40 ore.
Solo per uomini cavallo.
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