Perché non correre il Passatore
Quest'anno si celebra la 45a edizione della centochilometri del Passatore.
Nonostante sia una corsa massacrante con un dislivello complessivo di 1300 metri (D+), questa ultramaratona attira sempre più partecipanti. Si parte nel lontano 1973 quando dei 1100 partecipanti ne arrivarono a Faenza solo 347 (31%). Nel 1989 gli iscritti sono addirittura 3086 ma ne arrivati solo in 889 (28%). Nel 2001 i partenti furono 2244, quelli giunti al traguardo 880 (39%). Una vera corsa ad eliminazione.
In anni più recenti, il numero dei ritirati scende notevolmente: nel 2012, 2112 partenti, 1635 all'arrivo (74%). Nell'ultima edizione, nel 2016 gli iscritti 2600, arrivati 2047 (78%). Che cosa è cambiato?
Secondo Roberto Albanesi, che discetta un po' di tutto, le 100km non dovrebbero essere corse per motivi salutistici, perché più si aumenta la percorrenza chilometrica in allenamento e più frequentemente si subiscono infortuni. Inoltre, secondo Albanesi, la 100km non dovrebbe essere corsa da chi ha subito infortuni significativi preparando una maratona, per chi ha più di 50 anni, ha un indice di massa corporea superiore a 22, non riesce gestire un chilometraggio mensile alto, non ha un equilibrio psicofisico "notevole" e non possa "ottimizzare" la prestazione.
Senza scriverlo, si riferisce a me.
Scusate, questo l'ha voluto scrivere l'emisfero sinistro, il menagramo. Mi suggerisce che ho 52 anni, un indice di massa corporea di 23, non riesco e gestire in chilometraggio mensile alto (nel 2016 media mensile 107 km) e poi, non ho un equilibrio psicofisico "notevole".
No, no! C'è da aggiungere altro: secondo l'emisfero opposto, quello creativo, ho corso 6 maratone senza essermi mai infortunato (neanche un bubu), ho iniziato a correre a 49 anni e 7 mesi quindi tardissimo, a 52 sono fresco come una rosa, ho un indice di massa corporea accettabile (sono alto 186) e sono fautore della filosofia "run less run faster", quindi non ho avuto nessun motivo per allenarmi di più.
L'equilibrio psicofisico "notevole" è evidente, già intitolando questo blog "diario di un (psico)atleta". Se ammetto di essere "psico" sono sulla strada giusta, direbbe senz'altro il mio psicologo.
Ritorniamo a paragrafo iniziale. Come mai rispetto ai primi anni del XXI secolo, il numero di arrivati è raddoppiato? Dove sta il segreto ?
Credo che il segreto stia nelle nuove tecnologie applicata alle scarpe da running, l'uso di integratori più affidabili, programmi di allenamento più adatti. Tutto quello che deriva dalla ricerca per gli atleti d'elite, che come in Formula 1, viene applicato poi su strada, dalla massa.
Macchine più sicure ma anche runners più resistenti e veloci.
E se qualche grande azienda crede nell'investire nell'elitè del running per battere il record mondiale in maratona, quello delle 2 ore, spero che tutto questo mi potrà aiutare a correre da zero, anche il mio Passatore.
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