Correre la maratona con il caldo

Correre la maratona con il caldo




Ho constatato che le mie migliori performance in maratona sono state raggiunte con temperature al di sotto dei 5°C. Cinque gradi è una temperatura in cui si prova freddo e certamente non sembrerebbe la temperatura ideale per correre. 

il mio grafico maratona/temperatura
Non è un'aberrazione del mio fisico, è stato provato scientificamente nel 2007 sulla rivista Medicine and Science in Sports and Exercise.
Questo studio ha preso in esame i risultati dei maratoneti che avevano partecipato alle più importanti maratone americane confrontandolo con la temperatura esterna. O meglio, con un indice che prende in esame non solo la temperatura ma anche altre variabili come insolazione, ventilazione e umidità, indice chiamato WBGT.
Infatti la percezione di freddo o caldo da parte del fisico è complessa e come sapete, la temperatura percepita può differire di qualche grado da quella reale in relazione ad esempio, all'umidità relativa.

Bene, i ricercatori hanno poi valutato i risultati di diverse categorie di maratoneti, dall'atleta all'amatore, ottenendo delle conclusioni interessantissime.

Riferendosi a 4 fasce di temperatura,  5-10 °C - 10,1-15 °C - 15,1-20 °C - 20.1-25°C per ogni incremento del WBGT, il passo rallenta di 0,9% nell'atleta d'elite fino al 3,2% per l'amatore che finisce la maratona in 3 ore (un buon amatore detto tra noi). 
E' chiaro che se si inizia la maratona a 10° C e la si finisce a 20° che è uno scenario tipico delle maratone autunnali italiane, il nostro potenziale "sub 3 ore" avrà un decremento del 9% che significa finire la maratona in 3:23 !! Ventitré minuti a prescindere da altri fattori!

Lo studio non esamina i tempi superiori alle 3 ore ma si può assumere che questo decremento sia anche più pronunciato e oscilli tra il 10 e il 15%.

Uno studio successivo pubblicato sul International Journal of Biometereology nel 2010, ha esaminato i risultati dei maratoneti iscritti alla maratona di Stoccolma tra il 1980 e il 2008 confrontandolo con varie caratteristiche meteo (temperatura, vento, umidità, pioggia, radiazione solare). Questo studio indica che la temperatura dell'aria e umidità relativa condizionano la performance in maratona più negli uomini che nelle donne (per motivi non completamente ancora chiariti, forse legati alla struttura fisica e alla sudorazione).

Un terzo studio, pubblicato su PLOS nel 2012 indica che è proprio la temperatura dell'aria a impattare maggiormente sul passo in maratona e sulla percentuale di maratoneti che si ritirano. Più la temperatura è alta e maggiore è il numero di ritiri e di accessi in ospedale. L'aumento di temperature colpisce di più i maratoneti lenti che quelli più veloci e la migliore performance è possibile ottenerla tra temperature comprese tra 3,8 e 10°C.


Il grafico che correla temperatura e velocità

Tutti questi studi utilizzano metodi indiretti, cioè confrontano tempi e parametri fisici, ma nessuno ha ancora esplorato cosa capita al fisico di un maratoneta mentre è impegnato nella corsa in relazione all'aumento di temperatura. 
Si può pensare dalla fisiologia umana, che la temperatura dell'aria e l'umidità relativa determinino una riduzione della prestazione, verosimilmente a causa del venire meno del sistema di termoregolazione del corpo umano. Più fa caldo e più si suda, la perdita di liquidi aumenta e la volemia si riduce (=quantità di liquidi nel sangue) fino a livelli critici. 
La riduzione della volemia e l'aumento della temperatura del corpo determinano un progressivo aumento della frequenza cardiaca, quello che viene indicato come "deriva cardiaca". 
Poiché un maratona viene corsa a circa l'80% della FC massima, ogni ulteriore aumento di frequenza porta il sistema cardiocircolatorio verso livelli critici.

Certamente altri fattori sono in gioco, non solo cardiovascolari, ma anche di trasporto di ossigeno ai tessuti, compensati da fattori di natura genetica e di adattamento all'ambiente estremo.
 




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