Allenarsi alla maratona

L'obiettivo dell'allenamento

Ogni volta che vengo superata da un runner più veloce, presumo che non stia percorrendo la mia stessa distanza



Roberto Albanesi scrive a proposito dell’atleta maturo:
“L'errore più comune è di gareggiare troppo. In genere il soggetto si sente ancora giovane e immune da ogni infortunio. L'infortunio non si previene certo facendo in palestra, ma evitando di gareggiare da stanchi. (..) Troppe sedute in pista, ripetute, medi tiratissimi, allenamenti in gruppo che diventano vere e proprie gare. Non solo si ricade nel punto precedente, ma l'allenamento ne soffre drasticamente”.

Niente di tutto questo.
Gareggiare? La gara è aperta con me stesso, non certo con gli altri. Gareggiare per un riscontro cronometrico non mi interessa.

Allenamento di gruppo? Neanche. Non mi sono iscritto a nessun gruppo sportivo e ho iniziato a allenarmi principalmente come solitaria, come è d’altra parte necessario quando non si ha un passo costante.

Posso cadere però nel pericolo della voglia di strafare e di seguire tabelle scritte per sportivi più giovani. Questo magari sì.

Innanzitutto ho dovuto prendere dimestichezza con i termini tecnici :
ripetute, fondo medio, lento, progressivo, VR. Non sto a spiegare cosa significhino perché questo non è un blog tecnico e chiunque può informarsi in altra sede.

A dicembre 2013 la mia VR risultava essere di 6,20. Un VR da atleta maturo, anzi senile. L’obiettivo di correre una maratona senza passeggiare implicava necessariamente di migliorare il passo medio per mantenersi sotto i 10 km/h (6 min/km)

Con la costanza di seguire all'inizio almeno un allenamento settimanale, dopo 25 sedute, ho ora la soddisfazione di notare che il mio passo medio si sia progressivamente ridotto. 


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