Allenarsi alla maratona - I primi 10 mila
Avendo iniziato da “absolute beginner” a 48 anni e non avendo mai corso a livello
agonistico in vita mia, mi sono chiesto quanto una tabella di allenamento
settimanale di 30-35 km (come indicato da Runner’s World) potesse incidere sul
mio fisico.
Allenarmi un giorno sì e un giorno no, era al di fuori delle
mie possibilità materiali sia per impegni lavorativi che familiari. O meglio, lo poteva anche essere ma la mia
mente escludeva a priori un impegno così gravoso. Ho iniziato ad allenarmi 1
volta alla settimana, seguendo scrupolosamente la tabella di Runner’s World.
Il primo challenge è stato con la distanza: i miei primi 12
km, con un passo di 6,50/km.
La soddisfazione di avere fatto una distanza è stata grande,
correre mi dava una sensazione mai provata prima di controllare il
funzionamento e l’equilibrio del mio corpo durante uno sforzo continuo.
Una sensazione particolare. Si sente il ritmo del cuore, i
muscoli che si contraggono, il respiro che si fa veloce, ma dopo i primi
chilometri in cui una vocina leziosa ti dice “stai correndo…stai correndo… sei sicuro di quello che stai
facendo?” la mente inizia a trascurare i segnali che arrivano dai
sensori periferici e si perde in altro. Magari a pensare a cosa fare la sera…
Alla terza settimana di allenamento, il mio amico Paolo mi
chiama per partecipare a una 10 km “Un Po di corsa”.
E con una certa emozione che indosso un pettorale
competitivo e mi mischio ad altri runners che sono molto più preparati di me.
Correre con altri davanti e che ti incalzano da dietro ti permette di renderti conto quanto valga
nella corsa, essere più veloci di 5-10 secondi al chilometro, una enormità. E’
vero che non si tratta di una gara di velocità ma correre anche di pochi
secondi di più al chilometro vale quasi un minuto a fine gara, una specie di
abisso.
Colmabile?
Può darsi…
Finisco la “gara” in 1 h 00 38” (distanza effettiva 10,600)
al passo di 5,43/km (non cronografico).
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