La distanza prende forma

Allenamento maratona: la forma della distanza












"La forma dell'acqua" è un titolo di un romanzo di Camilleri. La forma fisica della materia è un aspetto che arrovella non solo Montalbano, anche la mente del maratoneta. La distanza non è solo un numero, quel 42k che sembra riferirsi ad una unità di misura aurea piuttosto che a un chilometraggio, ma appunto anche un aspetto formale.
La distanza che può apparire come un muro, sofferenza, oppure come un traguardo, la vittoria oppure una chimera o una montagna da scalare.

Questa forma è come l'acqua, molteplice nei contenuti e negli aspetti ed è la nostra mente che la plasma. Se non ci fosse quell'emisfero cerebrale sinistro che fa il contabile e analizza tutto in maniera analitica sarebbe tutto più facile. No, lui deve dirti che la distanza è importante, che non ce la puoi fare, che è contro ogni logica. Un menagramo. 

Ma questo emisfero può essere anche utile per fare propria la distanza e metabolizzarla e renderla più amica. Vediamo come arruolarlo ai nostri scopi.

Ieri, nel secondo allenamento settimanale del FIRST, quello degli 8 km, mi sono accorto che ero su una strada nuova e il mio contachilometri non funzionava per assenza di campo 3G.
Ho dovuto pensare alla distanza. Quanti erano 4 chilometri di sola andata per farne poi 8?
Bene, ho fatto il mio allenamento e ho deciso di ritornare quando mi sembrava abbastanza.

Di quanto ha sbagliato il mio emisfero sinistro a calcolare 4000 metri? Me ne ha fatti fare 3950 !
Conservativo al massimo ma assolutamente preciso !

La distanza è entrata in me.




 

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