Integratori nella maratona

Integratori nella maratona: sì o no?



La preparazione alla maratona richiede un allenamento di diversi mesi. Durante la preparazione è consigliabile seguire regimi alimentari specifici per migliorare la performance atletica, ma per facilitare la rigenerazione muscolare e prevenire danni legati all’intenso allenamento, quali integratori usare?

Premesso che i fautori del natural running storceranno il naso all’uso di additivi artificiali alla dieta, e che nessun integratore vi farà guadagnare 10” al km, è però comprensibile che durante il periodo di allenamento si possa aiutare l’organismo con qualche apporto dall’esterno delle cosiddette “vitamine/integratori”. 
Questa considerazione è anche supportata da studi scientifici (Am. J. Clinical Nutrition 1988).
Insomma non serve assumere integratori ma molti (quasi tutti?) lo fanno… ergo l’ho fatto anch’io !

A partire dalla 3° settimana prima della maratona, ho assunto dei DHA (tocoferoli del pesce) e  acido folico, biotina, vitamina D3 e Ferro a dosi doppie rispetto alla RDA (Dose giornaliera raccomandata), vitamina C, vitamina A, vitamine del gruppo B. L’integratore che ho usato è comunemente prescritto per le donne in gravidanza.


Il Ferro è essenziale per il trasporto dell’emoglobina ai tessuti ma anche per la rigenerazione del tessuto muscolare danneggiato. Una supplementazione con ferro è assolutamente necessaria nella donna che prepara una maratona in misura maggiore rispetto all’uomo (circa una donna che corre su 3 è carente di ferro cfr: European Journal of Clinical Nutrition 64, 2010).

Q10 e la vitamina E (tocoferolo acetato) sono antiossidanti che prevengono la formazione di radicali liberi. Poiché nell’esercizio estremo come la maratona, si verifica un aumento dell’ossidazione degli acidi grassi, si è pensato che una supplementazione esterna potesse prevenire danno il tissutale da ossidazione. Inoltre la supplementazione con vitamina E ridurrebbe eventuali ischemie addominali da sequestro non-splenico di sangue. I risultati sono però non univoci (cfr: Free Radical Research  vol 29 n 1: 1998, Nutrition  vol 15, 1999;  Journal of American College of Nutrition vol 26, 2007).

Zinco, Rame e Manganese, sono oligoelementi generalmente presenti negli integratori ma che sostanzialmente non subiscono oscillazioni durante l’esercizio fisico (Journal of Trace Elements in Experimental Medicine vol 15, 2002). Tutti tranne il cromo, i cui livelli plasmatici aumentano significativamente dopo la maratona.

Insomma, tirando le somme, tutta questa integrazione non serve a niente, se non (forse) a ridurre la richiesta di ferro durante e dopo la maratona determinata dal danno muscolare e dalle emorragie intestinali (se presenti).  la conclusione è che correre la maratona non è come essere in gravidanza!


Ma, ecco che tiriamo fuori la regina degli integratori : la L-carnitina !
La supplementazione con carnitina è nata a metà degli anni ’80 in base a diversi studi che indicavano un miglioramento dell’attività aerobica in atleti supplementati con carnitina (da 1 a 2 g). Addirittura si vocifera che fosse uno dei fattori vincenti della nazionale di calcio dei mondiali 1982. 
La carnitina permetterebbe al muscolo di utilizzare più facilmente  come fonte energetica gli acidi grassi.

Tuttavia dopo i primi entusiasmi, a partire dalla metà degli anni ’90,  l’uso della carnitina ha iniziato una parabola discendente in quanto non esisteva evidenza che anche con una somministrazione esterna si potessero aumentare i livelli di carnitina muscolari. 

Ma ecco, dopo anni di incertezza, la svolta !
Studi condotti con metodologie differenti, hanno evidenziato che solo quando i livelli di insulina nel sangue aumentano per far fronte alla carenza di zuccheri, la carnitina dal sangue passa massicciamente nel muscolo per aiutare la ossidazione dei grassi (Journal of Strengh and Conditioning Research vol 28, 2014). La carnitina pertanto permetterebbe di ridurre la fatica muscolare non in tutti gli atleti ma soprattutto nella corsa da fondo, dove si depauperano velocemente fonti di glucosio,  come appunto la maratona (Galloway SDR, Broad EM : Carnitin Metabolism and Human Nutrition, 2014).



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