Ovvero la mezza perfetta (o quasi).
Come definire la corsa perfetta? Quella del PB? Quella dove
terminate in "negative split", con ancora energie?
La mia gara di Varenne del 3 maggio 2015 è stata appunto, una mezza quasi perfetta. Ho terminato in "negative split" e per 2 minuti ho mancato di ritoccare il mio PB, ma mi sono (quasi) divertito!
Partenza con circa 800 runners, abbastanza rapida senza
troppi rallentamenti, ma ci pensa subito il destino a farmi fermare dopo 600
metri: si è slacciata la scarpa sinistra (mai capitato prima!).
Il primo chilometro e mezzo è all’interno di Vigone, poi da
via Giannino si svolta a destra su via Pinerolo che è un lungo rettilineo che porta fuori dal paese.
La temperatura è di 11 °C con cielo coperto ma l’umidità è del 100%, alla fine i capelli sono serpenti...
La strategia della mia Varenne è quella di dosare bene le
energie, visto che nell’ultima mezza sono arrivato ignominiosamente sulle
gambe. Pertanto parto non volendo strafare e calcolando di non andare più forte
di 5:30 per i primi 10 km.
La campagna di Vigone la conosco bene perché ci abitava mia
suocera (!) e francamente non l’ho mai amata, così piatta e piena di mais e
pioppeti, ma il percorso della Varenne attraversa alcuni tra i maneggi più
importanti della zona, compreso quello dove è ospitato il mitico purosangue
Varenne che adesso fa il riproduttore.
Correndo si attraversano due cascine, la prima delle quali, è
quella dell’allevamento il Grifone, dove è ospitato appunto Varenne, più o meno
al 5° km.
Sono un orologino : 5:25, 5:24, 5:28, 5:26 nei primi 5 km
(5.40 il primo alla partenza), mi fermo 3 secondi al rifornimento per bere dei
sali, poi spingo addirittura al 6° in 5:17 e al 7° a 5:14.
Ma all’ottavo
chilometro, improvvisa, arriva una crisi: mi fa male il fianco destro, poi il
piede destro. Prima la scarpa sinistra, poi il fianco destro, insomma, ci
si poteva mettere d’accordo prima.
Saranno i sali? Non dovevo bere?
Penso che la crisi come è arrivata passerà, ma me la tengo
per 2 km mentre attraverso la Cascina Barutella e poi rendo omaggio alla
nonnina sulla carrozzina, per arrivare all’ingresso del paese, segnando 5:35
all’8° e 5:50 (!) al 9°.
Poi la strada diventa
a doppio senso e vedo arrivare incontro i runners che hanno finito il
primo giro : saluto in corsa Ilario “vex” e poi Andrea “ice” e mi rincuoro. I dolori passano. Infatti ai 10k, segno 54:53 che peraltro era nelle previsioni e a quel punto,
inizio a pensare che posso osare.
che appoggio in mesopiede! |
I partecipanti alla 11 chilometri lasciano il passo a quelli
della 21k e inizio a guardarmi attorno. A una certo punto della gara, è
naturale trovarsi accanto le persone con lo stesso tuo passo. Trovare qualcuno
che ti traini può essere una buona strategia.
Così chiedo attorno “a quanto vuoi concluderla?”. Uno mi
dice “sotto le 2 ore”, un altro (che mi supera) dice che “non so, basta
concluderla”, a sto punto decido che devo fare affidamento solo su di me e mi
concentro.
Undicesimo km a 5:30, 12° 5:35, 13° 5:28, ma mi dico che non è tempo
ancora per mollare gli ormeggi. Mi impongo di aspettare il 17° e il 15° lo faccio
in 5:41…
In realtà parto prima del 17°, perché mi viene in aiuto una sconosciuta
runner (pettorale 122) che prima
affianco e poi vedendola in difficoltà, sprono a non mollare : ne esce fuori un
duetto in cui lei spinge me e io traino lei… la mia FC arriva alla soglia
massima di 172 bpm ma tengo duro e me ne frego degli allarmi..
corro perché penso o penso perché corro? |
Bella corsa, meglio del previsto, con organizzazione molto efficiente. Alla premiazione Emma Quaglia e Luigi Pelazza delle Iene.
Ha vinto per la cronaca un keniano, ragazzo minuto, nerissimo, Jonathan Kanda in 1:06:28, cinquanta minuti prima di me!
Ahaha !
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