Baldini contro Zero

A New York, Baldini mi insegna che... 

Il mio passo della maratona di New York. In basso l'altimetria.
La maratona è tra le attività sportive, una gara assolutamente democratica. Se hai le capacità, puoi dimostrarle correndo con i migliori al mondo. Nessun altro sport ammette, che io sappia, l’esordiente gareggiare accanto al campione, quello scarso accanto al più bravo: è naturale fare delle distinzioni e separare il grano dalla crusca. Nella maratona, no!


A New York ho avuto l’occasione di correre assieme a Stefano Baldini. Assieme non significa "accanto" o "con", ma mi avete capito. Baldini e il sottoscritto partecipavano entrambi alla stessa competizione, potenzialmente alla pari, correndo contro lo stesso cronometro, sulla stessa strada, nelle stesse condizioni. Ripeto, nessun altro sport ammetterebbe queste contaminazioni.

Potrei fare un confronto con altri maratoneti, più giovani, come Lalli o Buccilli: loro potrebbero essere i miei figli e sono il futuro della maratona italiani. Ho scelto Baldini perché per me è un mito e ricordo sempre con emozione il suo arrivo trionfante alle Olimpiadi 2004 ad Atene.
Anzi visto che è l’ultima medaglia italiana in maratona, vi lascio da rivedere il video degli ultimi chilometri, perché a me dà sempre grande gioia.



Stefano Baldini ha 6 anni meno di me (nato 1971) e a New York correva con pettorale 1044.  Ha terminato 227° con il tempo di 2:48:09. Io correvo con pettorale 40077 e ho terminato 14999° con il tempo di 4:25:09. Tra di noi un abisso. Lui un atleta, medaglia d’oro olimpica della specialità, io uno zero.

Il paragone impietoso e forse irrispettoso (non me ne voglia Baldini) serve a me per capire quanto io sia zero. Abbiamo detto che la maratona è una gara democratica e permette questi confronti diretti.
Il confronto mi serve perché voglio migliorarmi e posso solo trarre esempio da quelli più bravi, quelli che possono salire in cattedra. La mia terza maratona si è conclusa con il tempo peggiore. Perché?
Perché il mio PB è ancora quello della mia prima maratona in assoluto, corsa dopo solo 1 anno che ho iniziato a correre? E’ passato un anno di allenamenti, di studio, di approccio mentale e faccio un tempo più alto? New York è una maratona difficile ma potevo sperare di più. Forse anche Baldini sperava in qualcosa di più. Non lo so, potrebbe dircelo solo lui.

Andiamo allora a vedere i rispettivi andamenti di gara. Baldini corre a 3:53/km e mantiene questo passo fino ai 30 km. 
La regolarità del suo passo è appena
Baldini vs. zeromaratone
rallentato dal Queensborough bridge al 25° km quando passa a 3:59. Il passo medio dei primi 20 km di Baldini è di 3:52.

Io parto a 6:05/km perché ho gente davanti, poi passo a 5:51 che mantengo fino al 20° km ma il Queensborough bridge mi affossa a 6:16. A differenza di Baldini, io dai 6:15 non mi riprendo.
Anche Baldini ha la crisi. Probabilmente è stata una grossa crisi (compatibilmente con un atleta) perché al 35° km scende a 4:00 e poi a 4:23.
Si riprende negli ultimi 2,195 km passando a 4:10. Percorre i secondi 20k a un passo medio di 4:04. Io invece non mi riprendo più e scendo progressivamente da 6:13 a 6:33 e poi 6:47. Anche in vista dell'arrivo non ne ho (7:02).

Che cosa mi dice questo andamento? Che un atleta sa mantenere un passo costante, praticamente al secondo per trenta chilometri, io no. E' chiaro che non sta a guardare ogni metro il Garmin, ce l'ha "nel sangue", di default.
Secondo insegnamento: è un atleta ma è umano come me. Anche lui ha avuto una crisi. La sua flessione è stata del 14% (primi 20k vs. secondi 20). La mia flessione, incredibilmente, del 11%. Ma è partita dal 25° km, ha subito due momenti diversi, mentre la sua dal 30°. La mia flessione è stata molto più lunga e mi ha fatto perdere più tempo.

Tutto questo mi suggerirebbe che il tempo della mia NYC marathon è un tempo relativamente "bugiardo" e che fisicamente, la crisi da depauperamento glicogeno lo ho accusata solo dal 38° km quando sono sprofondato a 6:47. Su Strava, il mio passo medio di 6:18 (che schifo!) in base alla pendenza (PBP) può essere corretto in 5:36/km.

Detto così, il mio obiettivo di stare sotto le 4 ore in maratona, è ancora perseguibile! 
Vado avanti... grazie a Baldini.

Prossima maratona Londra 2016.





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