Runners antesignani. Vaso attico rappresentante corridori (500 AC circa - Metropolitan Museum). L'essere tutti barbuti aveva un significato? Così muscolari sembrano impegnati in una gara veloce (100 m?) piuttosto che in una di mezzofondo. Che dieta seguivano all'epoca per avere quadricipiti così esuberanti? Notare l'addome "a tartaruga", un cult anche del palestrato del XXI secolo. L'acconciatura però è fuori moda... usavano forse un cerchietto per tenere i capelli così?
Mi accingo a iniziare la preparazione per la mia quinta maratona: quella del 25 settembre a Berlino. Le mie perplessità sono equiparabili a quelle dell'interpretazione dei corridori del vaso attico ritratto sopra. So cos'è la maratona, so come correrla, ma su come prepararla ma ho tanti dubbi.
Gli stessi dubbi di interpretazione della raffigurazione dei runners di 2500 anni fa. Corrono a piedi nudi. Lo fanno anche ora gli eccentrici, e duemilacinquecento anni fa poteva essere la norma, ma perché sono raffigurati così palestrati?
Molto probabilmente erano pentatleti, per i quali l'ultima e decisiva gara, era la lotta. Probabilmente la corsa non era quella più importante.
I miei dubbi invece sono come affrontare la preparazione della quinta maratona: mi affido al metodo FIRST che mi ha portato a correrne quattro, oppure cambio? Mancano 19 settimane alla maratona e ho il tempo di sedermi a riflettere.
Le alternative al FIRST che ho preso in considerazione sono:
1) Massini
2) Galloway
Vorrei cambiare per un aspetto psicologico: preparare una maratona è una noia mortale. Dalle 12 alle 16 settimane di preparazione, in questo caso anche con il caldo estivo. La mente ne risente e prepararla sempre nello stesso modo è alienante. Le prime 4 maratone preparate con il FIRST non mi hanno portato al raggiungimento dell'obiettivo principe, che sbandiero da due anni a questo parte, di abbattere il muro delle 4 ore. Mi hanno portato sempre al traguardo, che non è secondario, ma la mente si alimenta anche di novità per combattere la noia.
Come inizia Massini? La prima settimana (nell'allenamento di 16 settimane) inizia così:
7 chilometri di Lento, ripetute 4x1000, 6k di Lento e una 21k per determinare la velocità di riferimento. Nell'allenamento più corto, di 12 settimane, fa fare al posto dei 21, 28k. Nel mio libro ho evidenziato che il principiante (come ero all'epoca io) con questo inizio, si sente un po' perso. Deve correre fin dall'inizio 21k (o 28k) che non è una distanza che si improvvisa facilmente, quando si è principianti.
Galloway come inizia? Alla settimana -16 (vedi pag 48 del suo libro Marathon: You can do it!) non in maniera dissimile. Fa correre una 24k (15 miglia). Però inizia l'allenamento 7 settimane prima... per un totale di 25 settimane.
Ma parlare della prima settimana di preparazione sembrerà ai più assurdo : certo chi ben comincia è a metà dell'opera e farsi venire la voglia è essenziale per la riuscita finale, ma bisogna enfatizzare che i due metodi sono strutturalmente differenti.
Il Galloway infatti, è il famoso metodo americano, del Run&Walk che avevo preso in considerazione per la preparazione della prima maratona e poi accantonato perché non mi piaceva l'idea di camminare. Perché lo riprendo in mano? Perché in tutte le maratone ho avuto un calo nel finale, dal 35° km. Il Galloway che prevede di camminare e correre per i primi 27 km e poi di correre i restanti 15, potrebbe evitare il calo di "potenza lipidica".
Oppure no, devo seguire Massini, che fa fare 28km già alla 4a settimana di preparazione e ripetute lunghe (anche di 5 km ritmo maratona) per allenarmi bene sulla distanza.
Ho ancora qualche settimana per pensarci. Intanto mi metto a fare delle ripetute in salita. Poi vediamo... magari riesco a capire anche perché i corridori dell'Antica Grecia erano così muscolari e barbuti. E devo procedere a fare il famoso Magic Mile in pista!
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