Il muro in maratona (XXI Maratona di Ravenna)

 La XXI maratona di Ravenna 

ovvero (sottotitolo) come sperimentare il muro e essere felici!



La maratona è una gara affascinante perché nulla è scontato, può accadere proprio di tutto e nulla è regalato. Come nella vita.

Il muro lo avevo preso altre 3 volte, alla mia seconda maratona, quando bello bello pensavo di scendere di 18 minuti in maratona tutti in una volta e alla maratona di Milano, che peraltro era in preparazione di quella di Londra. E non mi ricordavo più quanto facesse male!

A Ravenna, a causa di una preparazione molto difficoltosa per problemi familiari vari, compresa mia madre ottantenne che si è rotta il femore dieci giorni fa, mi sono presentato con poco più di qualche bella speranza. Nei momenti di difficoltà è normale farsi dei talismani: uno di questi erano le scarpe, le ZoomFly 3, quelle con la suola/cucchiaio in carbonio, che fungevano da paracadute psicologico. Purtroppo le scarpe non vanno da sole...

Ma è bello dopo il tunnel e l'indicibile fatica, uscirne fuori e arrivare a medaglia, che è bellissima!  Anche con la mia peggiore prestazione in maratona (la precedente 4 ore e 30 a Milano).

Ma procediamo per ordine.
il ritrovo di RF mi permette di abbracciare vecchi amici e di ritrovarne di nuovi


La giornata è bellissima con un cielo terso e temperatura di 7 C.

La partenza è però molto caotica e per i primi 4 chilometri si ricevono spinte a più non posso. Nel passaggio attraverso il parco del Mausoleo di Teodorico il vialetto è stretto, ci sono rovi e anche nugoli di vespe... poi però si passa in centro. Qui ho il piacere di accompagnarmi con un runner conosciuto in corsa, Valentino, che non tiene il conto delle maratone disputate e fa anche il triatleta

Nonostante il centro offra passaggi su pavé è simpatico ricevere l'incitamento della folla. Valentino grida "Che pubblico splendido!" a ogni angolo e il pubblico risponde con entusiasmo. I chilometri scorrono spensierati. - "Sto andando troppo forte?"- mi chiedo. Sì, ma non sento la fatica (primo errore). Mi faccio prendere dalla voglia e spingo troppo. 5:27 - 5:34

Passiamo alla 10km in 56:30 quando si esce da Ravenna e ci si dirige verso Classe.



Al 16° km siamo davanti a Sant'Apollinare e faccio 5:34/km. Tornando indietro si passa alla mezza in 1:59:50. Tutto molto bello a leggersi. Mi vengono in mente le raccomandazioni del mio mentore Stepo8 "ogni secondo risparmiato in partenza, è un minuto all'arrivo" ma non me ne curo (secondo errore).
E' verso Punta Ravenna che inizio a perdere ritmo. Valentino mi distacca e lo rivedo solo al traguardo (finirà in 4:09) mentre inizio a sentire le cosce pesanti.

Il lungo rettilineo verso Punta Marina è anonimo e la mente inizia a preoccuparsi. Come mai le gambe non girano? A quanto sto andando? Al 24° a 5:47, al 25° a 5:55 poi arrivato a girare per tornare indietro mi trovo senza motivazioni e vado in crisi.

La motivazione è solo una giustificazione come le scarpe, in realtà inizio a soffrire di metatarsalgia e a un certo punto devo fermarmi per massaggiarmi il piede. Diciamo la verità : dopo aver provato una fitta elettrica come se mi fossi spaccato il piede, non avrò più male per i successivi 15 km...(!)

Ma... ma... la crisi vera deve ancora a venire: Al 31° km devo camminare! Quasi piango perché le cosce sono due pezzi di marmo. Sono lontano dal traguardo e non so come fare. Ritirarsi non se ne parla, la medaglia la voglio e non mi sono mai ritirato... faccio "Ehi Siri". Ho il telefono nel marsupio e non posso fare altro che provare a chiamare aiuto via auricolare. Non l'ho mai fatto prima e non se se funzioni... Sento un click.  "Telefona Elena". Sento che compone il numero. Incredibile!

- "ciao, dove sei? Noi siamo ad aspettarti al 41°km. Dai vieni che c'è un complesso fortissimo!" -

-"Non ce la faccio più! Sto camminando!! -

-"Ma no dai ! Forza ti aspettiamo!"-

Undici chilometri all'arrivo! Li cammino??? Arrivo domani!

Mi fa in realtà più male camminare che riniziare a corricchiare. Trovo molta gente come me, ma anche se ci si conforta a vicenda, non è bello aver trovato il muro!

Però inizio a correre, intorno a 7:00, a volte 7:30 e quando va male che devo camminare per qualche centinaio di metri a 8:30. 


Mi superano i pacer delle 4:15 e inizio a sentirmi una merda. Alla darsena c'è un vuoto spettrale ma mi impongo di corricchiare.

Poi il 41° km. E' la svolta !

Inizio a correre a 6:30 gridando "E' per la gloria".

Vedo la mia famiglia, prendo in braccio mio figlio Pietro che mi dice "papà". Poi lo metto giù perché manca un chilometro e pesa 15 chili!

L'ultimo chilometro lo corro... incredibile! La mente fa questo e altro !

Faccio il gadano gridando a braccia alzate "E' per la gloria!" e così chiudo il 4:36:03, mia peggiore prestazione in maratona. 


La medaglia è bellissima! Ispirata ai mosaici del Mausoleo di Galla Placidia! 





Commenti

Diego ha detto…
Complimenti per la forza di volontà! Una bella esperienza.