126th Boston Marathon

 126th Boston Marathon e 6stars finisher




Finalmente ho raggiunto il traguardo! 
Dopo 8 anni di corsa, 7300 km percorsi e 18 maratone, ho corso la mia sesta major e ho completato le agognate 6 stelle!
La ciliegina sulla torta della mia esperienza da maratoneta è stata la 126th maratona di Boston del 18 aprile 2022.
L'ho conclusa come avevo iniziato nel 2015 a New York, in 4 ore e 25', godendo appieno degli ultimi chilometri e dell'incitamento della folla.

Ma arrivare fin qui non è stato semplice! Prima di tutto bisogna ricordare che nel 2020 avrei dovuto già correre la mia ultima maratona stellata, avevo già i biglietti e il pettorale, ma il Covid aveva poi fatto annullare tutto! L'anno successivo, la maratona di Boston è stata postata in data anomala, l'11 ottobre, e non era possibile farlo per gli europei, causa restrizioni Covid-19. Secondo, pur non avendo mai contratto il Covid per forza di cose, i miei allenamenti sono stati rallentati dal lockdown, con l'esperienza della multa da 400 € comminata mentre correvo davanti a casa. Terzo, ho subito il lutto nel gennaio del 2021 della perdita di mia madre e dell'allontanamento da casa mia, di mio figlio maggiore a luglio.
#bostonstrong è il motto della maratona più antica del mondo e questo si riflette nel mio vissuto. L'essere un 6stars finisher non cambia la vita e non porta indietro nè gli affetti perduti nè tantomeno il tempo e non vuole essere una prova di mera forza o resistenza fisica. E' anche altro.
Ma non dilunghiamoci in che cosa voglia dire essere ancora qui, metafisicamente parlando, e affrontiamo ora cose più concrete. Come è la maratona di Boston?

Rispetto alle altre major, quella di Boston è una corsa in linea, perchè si parte dalla piccola cittadina di Hopkinton e si arriva Downtown Boston attraversando il tipico countryside americano fatto di case prefabbricate in legno con giardino all'inglese. L'ambiente è molto rilassato e anche alla partenza non si respira l'aria isterica di New York. A Hopkinton tutti i maratoneti vengono accompagnati in tipici school bus gialli come a New York.
Un viaggio di un'oretta in cui ci si guarda il paesaggio dal finestrino, scherzando su quanto appaiano lunghi 40 chilometri fatti sulla highway135 che effettivamente fa un giro leggermente più lungo!

Alla partenza, vigila la Massachusetts State Police, con cappelli a falda con nappine come quelli dei rangers, giubbotto giallo su camicia azzurra, pantaloni larghi blu elettrico e stivali neri lucidati a specchio! Molto, molto pittoresco!
In griglia davanti a me, c'è un grande bandierone americano di almeno 4 metri quadrati: penso sia portato da un volontario prima della partenza perchè è un classico ascoltare in queste manifestazioni, l'inno nazionale. In realtà è portato da un maratoneta, un ragazzone alto e palestrato che corre con l'asta della bandiera a sventolare nella fresca brezza della mattinata. Al suo passaggio, la folla urla "iuuessei iuussei iuussei", in un tripudio tipicamente americano.
Il bandierone mi fornisce un punto di riferimento per i primi 5 chilometri che sono in discesa, poi iniziano i saliscendi collinari per i quali è famosa la Boston marathon. Non credete all'altimetria della gara, i salite sono ben 23 con relative discese, in un percorso che mette a dura prova le gambe. Conscio del pericolo di trovarmi con le gambe dure vado di conserva e passo i 10k in 61'34". Parte di me si chiede se accelerare, ma il mio emisfero conservativo mi suggerisce di non strafare e che questa è l'ultima e devo portarla a termine tranquillamente. Al 9°km mi parte una scossa elettrica che mi fa piegare il ginocchio e rimango in piedi solo per miracolo: che succede? Non lo saprò mai, perchè non si ripeterà più... 


Non sono pienamente contento di mordere il freno e all'emisfero ideativo devo dare qualcosa in pasto: così rompo gli indugi e visto che il bandierone è 200 metri avanti a me, decido di andarlo a prendere!
Lo raggiungo più o meno a Framingham, un paesone dove la via principale è piena di gente che urla al passaggio dei maratoneti, i bambini sono in fila per farsi dare il cinque in serie. Supero il ragazzone che non vedrò mai più... e vado per la mia strada! Giro ai 20km in 2 h 03', ai 30km in 3h 05', contando le salite e relative discese, chiedendomi se fossi arrivato finalmente alla famosa Heartbreaking Hill, la collina spaccacuore, che segna idealmente la fine del percorso a saliscendi lungo 7 km, in

quel di Newton. Mi accorgo di esserci perchè attorno a me la gente cammina e gli spettatori stringono il percorso come se si trattasse dello Stelvio durante il giro d'Italia! Emozionante sentire gli spettatori incitarti da pochi metri! Sulla cima uno striscione indica che ce l'hai fatta! The toughest mile is over! La heartbreaking hill è lunga 1,2 km e l'ho corsa a 7'/km.
Dopo ogni salita c'è generalmente una discesa anche mentale, e sapendo che sono quasi alla fine, vengo accecato da una furia agonistica e mi esalto nel superare tutti i concorrenti ormai alla frutta. Siamo al 33° km, che per ogni maratoneta rappresenta il muro. Mancano 9,1 km all'arrivo! Mi sembra di correre a una velocità doppia rispetto agli altri, mi esalto e passo in modalità runners'high (lo sballo). Le gambe non le sento più dure, spingo per quel che posso e salto volontariamente tutti i rifornimenti. 
La gente spinge ed è un unico urlo "go go go go, keep going!": uno spettatore mi vede arrivare e legge in me una condizione endorfinica particolare e si mette a saltare urlando "You got it, you got it! ". I got it!, ha ragione, ce l'ho, ora nessuno mi può fermare.
Siamo alle porte di Boston e gli spettatori si assiepano senza soluzione di continuità lungo il percorso. Continua la mia progressione e mi nutro dei molti maratoneti a corto di benzina che supero. Mi supera solo Maria che mi ruba la scena con il suo completino rosa (per la cronaca arriverà 40 secondi prima di me).

Capisco che devo pomparmi per gli ultimi 3 km e inizio a urlare anch'io cacciando fuori tutta l'aria dai polmoni come l'incredibile Hulk. Non l'ho mai fatto prima ma mi fa andare più forte e la gente apprezza. Sento che di girano vedendo e sentendo la bestia e urlano incitandomi ancora di più. Siamo pochi distanti dal traguardo, spingo nell'ultimo miglio a 5'50/km, si gira in Boylston street e so che è tutta dritta, vado a spremere quel che è rimasto negli ultimi 400m a 5'34/km e alzo le mani sotto la finish line.
Dov'è la medaglia? Dov'è?
il video delle mie impressioni a caldo appena dopo l'arrivo 






 La medaglia me la porge una gentile volontaria, poi passo dalla tenda azzurra per il ritiro del medaglione..








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