Come sono diventato un Ironman 70:3
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Essere però alla partenza è mentalmente una grande emozione, dato che fino a 15 mesi prima, non sapevo cosa fosse una "transizione", un "pacco pignoni", nè sapevo nuotare in acque libere.
Alle ore 12 siamo tutti ammassati sulla spiaggia con le cuffie verdi del 70:3 e fa caldo! Tanto caldo! La partenza è rinviata per un problema sul percorso di gara (non squali, ma un albero caduto, pare), così partiamo a serie di 6 con circa 40 minuti di ritardo.
si "prova l'acqua" prima della partenza |
Per arrivare a nuotare bisogna correre nell'acqua bassa per una ventina di metri, poi inizia la frazione di nuoto, un rettangolo di acque libere delimitato da boe gialle, che per fortuna sono disposte sulla destra. Questo facilita l'orientamento per chi come me, respira quasi esclusivamente a destra. Sentire l'acqua che penetra nella muta è raggelante ma poi dopo i primi 100m, ci si riscalda e non ci faccio più caso. Invece percepisco a volte la presenza di corpi sferici e gommosi che scivolano tra le braccia: sono le meduse Cassiopea mediterranea, molli ma praticamente innocue.
Alla prima boa viro a destra tra un intrico di corpi di atleti che prendono la mia stessa linea: la cosa non mi dà molto fastidio ma mi rassicura perchè avere qualcuno attorno mi permette di non preoccuparmi troppo della traiettoria. Ai 1000m invece vago nel mare di nessuno perchè ho stretto troppo all'interno e un giudice in canoa mi dice di cambiare linea. Dico al mio emisfero menagramo di non dare segnali di pericolo, perchè so di "tirare" a destra nel nuoto.
La seconda boa la individuo con difficoltà e devo alzare la testa più volte, ma una volta che giro verso riva mi rincuoro che la frazione di nuoto sia quasi finita: il fondale inizia a intravedersi, una medusa mi urtica il polso, ma non ho tempo di preoccuparmene perchè intravedo la fine. Mi metto in piedi perchè il fondale è basso ma è solo una secca di sabbia e devo riprendere il nuoto per altri cinquanta metri. Sono arrivato e davanti agli spettatori, urlo gasandomi per entrare in T1. (Frazione di nuoto= 52' come previsto).
In T1 le bici sono tutte fuori, perchè sono (ovviamente) tra gli ultimi. Mi tolgo la muta, mi metto il il sottocasco, casco, occhiali, calze, guanti e scarpe, occhiali, e lascio T1 in 9min, per iniziare i 90km. Per ritrovare facilmente la bici al ritorno identifico l'hotel davanti al quale la devo lasciare per l'ultima frazione, ma ha un nome strano e non me lo ricorderò.
Esco dal T1 preoccupato |
Parto abbastanza deciso e i primi 10km li faccio a 25 di media, soprattutto nei drittoni (Villa Inferno e ritorno su Strava) esprimendo la mia potenza normale media in pianura, che è di 90 Watt (sic!). Poichè un ciclista medio ne esprime 140, di watt, ecco spiegata la mia difficoltà: la bici la odio, sono caduto da bambino e mi sono rotto sia ulna che radio e il mio emisfero conservativo e menagramo, ce l'ha lì sempre questa cosa, nascosta in un angolino...
una gita domenicale? |
Le mani sono intorpidite e non riesco ad aprire il gel: mi faccio aiutare un po' a disagio, da una volontaria e nel contempo mi scolo mezzo litro di Gatorade. (Per inciso, ai rifornimenti, volontari sempre gioiosi e gentili, i rifornimenti sempre ben forniti anche se ero tra gli ultimi).
Per riprendere la sensibilità delle dita, sfrutto le estensioni che mi permettono di avere una posizione più aerodinamica e di appoggiare i gomiti.
Affronto la salita deciso a non mollare: complessivamente è lunga 2,1 km e ha una pendenza media del 6,4%.
E' composta da 3 segmenti, quello centrale al 4,7% e quello finale di 600 m al 9,6%. Qui trovo dei competitors tedeschi che spingono le bici a mano: li supero con grande spinta (179 W) e sento che mi incitano "Luciano bravo".
Grande soddisfazione non aver mai messo il piedi a terra! In compenso i tedeschi mi superano in discesa!
Sono oltre la metà e inizio a essere stanco: mi dà fastidio la sella e ogni tanto mi alzo in piedi sui pedali, le mani sono intorpidite (si vede che sono troppo rigido in avanti) e sono solo ovviamente.
Al 70km vengo superato anche dall'ultimo corridore e mi chiedo se mai ce la farò a rispettare il cancello orario di swim+bike. Questo pensiero viene fatto proprio dall'emisfero menagramo che mi suggerisce che potrei anche finirla qui: non sono degno di un IM e sono una ciofeca in bici! Quando arriva la fine corsa e la moto della polizia mi chiedo se non sia lì a dar fastidio: devono aprire le strade e io sono l'ultimo!
Chiedo al giudice che mi segue in moto: "Sono proprio l'ultimo?", ma il rumore della moto sovrasta la sua risposta e non capisco. Il poliziotto in moto mi grida: "Dai vai!". Penso che sarebbe giusto piantarla lì, ma l'altro emisfero, quello propositivo, mi suggerisce che non devo mollare, mancano 15km e devo arrivare al T2, costi quel che costi.
atleti che sanno andare in bici |
Entro in Cervia e sento un volontario esplodere "Neanche il presidente della repubblica!" riferendosi al codazzo di moto e di lampeggianti che ho dietro! E' una frase che non so perchè, mi rincuora, mi fa sorridere e negli ultimi 5 km spingo per arrivare al T2 non da moribondo. Ultima curva, uno mi aspetta con la bandiera rossa "ecco mi fa ritirare", invece un altro giudice grida "vai in T2? Forza!", raddrizzo la traiettoria, evito la bandiera rossa e smonto. Per poco non cado ma entro conscio di avercela fatta, in zona cambio.
E' pieno di bici, tutti sono nella frazione di corsa e non trovo più il mio numero: non so dove appoggiare la bici.
500 m di bici su due file! |
Dove, dove? Un giudice mi vede smarrito e mi fa : Che numero sei? Muoviti che sei oltre tempo limite". Forse ho dato l'impressione di essere in stato di shock, forse avrà pensato che avrei mollato di lì a poco, forse gli facevo pena, forse era la mia giornata, forse ... bè mi dice "alla bici ci pensiamo noi, vai a cambiarti". Giuro, mollo la bici nelle mani di un altro giudice e vengo seguito dal primo in zona cambio. Cerco di eseguire tutto alla perfezione, ho gli occhi del giudice su di me. La prima scarpa da running non entra e il dito rattrappito, non riesce a fare da calzare, ho quasi paura che mi dica "dammi il pettorale imbranato che la tua gara finisce qua e dammi retta, ti faccio quasi un favore", ma non è così, mi tiene la borsa aperta e mi sprona "muoviti 2039, però datti una mossa nella corsa..".
Corro.
Sono libero. Ho le mie scarpe da running e ho solo 21km da percorrere, Sono un ultramaratoneta, con 6 majors e 18 maratone alle spalle. Che vuoi che siano 21km?
Sono 3 giri da 7km, tutti nel centro di Cervia. Percorso molto bello, si passa sul lungomare, di fianco alla Torre San Michele, poi sotto la Porta Mare, i Magazzini del Sale. Il primo chilometro lo completo a 5@47, poi inizio a sentirmi svuotato dentro.
Al terzo, l'emisfero menagramo mi intima di camminare. Lo accontento. Incontro i miei colleghi di TorinoTriathlon che sono al loro ultimo giro, mentre io ne ho ancora due davanti. Mi deprimo un po', ma non mollo. La gente qui è fantastica, incoraggiano tutti in maniera ammirevole. Anche gli ultimi.
Ho tre crisi, la peggiore al 14° km quando le luci della sera rendono Cervia ancora più bella e la gente affolla i locali per cenare: io invece sono stanco e ho le gambe pesanti. Vedo ora dalla foto, che la mia faccia era una maschera di fatica, un sorriso sardonico.
Ma non mollo!
Al 17° mi si affianca un giudice in bici: "sei l'ultimo, ma se aumenti il ritmo, arrivi entro il limite massimo, o magari vuoi consegnarmi il pettorale?". "No voglio la medaglia - gli rispondo -"se mi aspettate voglio quell'arrivo".
in centro a Cervia agli ultimi chilometri |
Quattro chilometri, solo 4 chilometri! Il pavè del centro storico mi ammazza, ma mi concentro sull'arrivo. L'emisfero menagramo tace, quello propositivo sta assaporando l'impresa, qualche motoneurone decide che può sforzarsi a reclutare qualche unità muscolare suppletiva. Da 7@50, passo a 6@45, sento che qualcuno a casa mi sta seguendo da Torino sull'App, lo sento bene e forte e vado avanti.
E' buio ma sento i rumori dello speaker all'arrivo, vedo le luci, quanto sono distanti, maledette, poi vedo il tappeto rosso della gloria, sento urlare nel microfono "Volontari, omaggiamo l'ultimo atleta all'arrivo, il numero 2039, Luciano Ruggieri", 100 m, 50 m, 20 m, faccio un arrivo da sogno, mi viene spontaneo, urlo, spingo il mio cuore come se volessi sfondare tutto, la mia emozione, tutta la fatica, va a finire nel video.
Sì in quello ufficiale, celebrativo, è proprio la mia faccia che urla, i miei occhi che sembrano posseduti, è il lupo che urla!
Sono un Ironman!
A 58 anni: chi mai l'avrebbe detto?!
Ironman Italy, Anything is possible!
Per la cronaca sono un "non classificato", per aver superato di 7min il tempo limite di 8 ore. Per la cronoca non sono neanche arrivato ultimo, dietro di me altri 3 atleti, oltre ai 105 ritirati o squalificati. Per la cronaca, l'ultimo dei classificati nella mia categoria, un inglese, mi ha preceduto di 9' 34". Gli ho dato in swim 16min, in run 1min e 30" ma mi ha affibbiato 37min di bike!
Ringrazio l'organizzazione dell'Ironman Italy, tutto perfetto, i giudici mai fiscali, visto che mi avrebbero potuto fermare a 1 km dalla medaglia. Grazie! Tornerò? Quando andrò più forte in bici...
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