Ambrosini contro Zero

Massimo Ambrosini versus Zeromaratone




La maratona è una competizione particolare : non solo si viene medagliati anche se si arriva ultimi ma gli ultimi gareggiano nelle stesse condizioni, nello stesso luogo e sullo stesso percorso, dei primi.
Va da se che essendo tutti uguali, nella stessa barca, la competizione può assumere anche aspetti di un simpatico confronto a distanza
Già a New York mi ero confrontato con un mito della maratona, l'olimpionico di Atene Stefano Baldini, ora in quel di Londra 2018 ho trovato un altro sportivo con cui cimentarmi : Massimo Ambrosini.
Massimo Ambrosini ha 8 anni meno di me (classe 1977) e come tutti sanno, è stato centrocampista del Milan e della nazionale italiana, ritiratosi dall'attività professionistica nel 2014.
Una discussione tipica da bar è che prestazioni possano vantare i calciatori sulla corsa di resistenza.
Non tutti gli ex sportivi accettano di confrontarsi con altri in gare di fondo o di mezzofondo, perché pur dovendo presentare nel loro sport (calcio, ciclismo, nuoto o altro) delle qualità fisiche di resistenza - come faceva Ambrosini che giocava nel ruolo di mediano -, quando corrono contro il cronometro e contro altri atleti ottengono prestazioni non di primo piano. Mi ero divertito a riassumere come se la cavano in maratona alcuni sportivi qui, 

Ambrosini ha iniziato a cimentarsi nella corsa appena dopo il suo ritiro, tant'è che nel 2016 ha corso New York con il tempo di 3:40:57, poi Milano l'anno dopo in 3:27:25.
Nel 2018 ha corso con me, Londra.

Ecco il confronto tra noi due, ogni 5 km:
Ambrosini ha corso Londra con il suo personale in maratona, in 3:22:30, io ho finito in 4:12:41. Tra di noi quindi 50 minuti di differenza, legati alla differenza di passo medio con cui è stata impostata la gara. Ambrosini a 4:40, io a 5:50.

Entrambi abbiamo avuto la nostra crisi, io al 30° chilometro e Massimo al 35°. Io ho iniziato a accusare la fatica prima di lui, tra il 30 e il 35° km sono scivolato di 16 sec/km e successivamente di 28 sec/km tra il 35° e il 40°, mentre Massimo è calato improvvisamente di 30 sec/km (da 4:45 a 5:15) dal 35° km.
Ambrosini ha concluso gli ultimi 2 km 195 metri con una flessione del 17% sul passo iniziale, io da zero, dell'8%.

Questo dimostra come la maratona sia una gara affascinante, dove non servono solo proprietà atletiche ma anche capacità di ottimizzare lo sforzo, durante tutti i 42 chilometri e che nulla è preventivatile a priori.

Un bel challenge! 



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