da 0 a 13 maratone #5yearschallange
Il giochino ha preso piede pochi mesi con l'hashtag #10yearschallange. La mia vita da runner è molto più giovane : corro da solo da 5 anni e proprio a distanza di 60 mesi, provo a confrontare quello che ero e quello che sono.
Per gioco, ma anche per fare bilanci.
A sinistra la foto del 23 marzo 2014 prima della Stramilano.
A destra quella dell'8 marzo 2019 durante la maratona di Tokyo.
Nel mezzo 13 maratone, la 100 chilometri del Passatore, due libri (Da zero a 42 : la prima maratona in un anno e il Passatore da zero), 19 mezze, 5200 chilometri percorsi di corsa!
I 5 anni che hanno cambiato la mia vita!
La mia prima mezza maratona quel 23 marzo di 5 anni fa l'ho conclusa in 2:08:40, l'ultima nel gennaio di quest'anno, in 1:46:19, mio attuale Personal Best. La mia prima maratona nel novembre del 2014 l'ho conclusa in 4 h 18 minuti, nel dicembre 2018 a Pisa sono sceso per la seconda volta sotto le 4 ore (3:58:42). Ho concluso i 100 km del Passatore in 13 ore e mezza.
Non risultati clamorosi, si sa.
Ma io sono uno zero. Mi classifico sulla media gaussiana.
Non risultati clamorosi, si sa.
Ma io sono uno zero. Mi classifico sulla media gaussiana.
Basta guardare la foto di appena 5 anni fa. Un uomo non certo in sovrappeso, il cui fisico poteva reggere al peso degli anni (49), almeno in apparenza. Le scarpe erano delle Asics gel T31, non avevo cronometro al polso ma solo Runmeter su cellulare, pantaloncini a pinocchietto e maglietta tecnica blu tinta unita. Una fascia per capelli mi scende sul collo. Mangiavo carne rossa, latticini di vacca e anche altre schifezze elaborate. Non facevo sport.
Sembravo più giovane? Ero più bello?
Sembravo più giovane? Ero più bello?
Non so. Quello che è certo è che sono più vecchio di 5 anni.
Quello che la foto non può dire è il cambiamento che non è evidenziato solo dal cronometro (22 minuti in meno su 21 km), dai miei polpacci più esuberanti, ma da qualche valore analitico che mi fornisce la spirometria eseguita durante i certificati medici (eseguiti sempre nello stesso centro medico).
Quello che la foto non può dire è il cambiamento che non è evidenziato solo dal cronometro (22 minuti in meno su 21 km), dai miei polpacci più esuberanti, ma da qualche valore analitico che mi fornisce la spirometria eseguita durante i certificati medici (eseguiti sempre nello stesso centro medico).
2014 Capacità vitale 4,18 VEMS 3,60
2015 Capacità vitale 5,10 VEMS 4,09
2016 Capacità vitale 5,28 VEMS 3,61
2017 Capacità vitale 5,87 VEMS 4,04
2018 Capacità vitale 6,40 VEMS 3,91
Per chi è a digiuno di queste cose la capacità vitale forzata (CVF, in litri) è il volume di aria mobilizzato durante un'espirazione forzata e ha un valore normale per un uomo di 4,8. Interessante notare che lo "discettatore folle" Albanesi ricorda che i parametri respiratori non vengono influenzati dalla corsa e che non ci sono variazioni significative di CVF nei maratoneti.
Si vede che sono un'eccezione!
Credo che Albanesi si sbagli e che non ci siano variazioni in CVF in un gruppo di maratoneti scelti a caso (studio longitudinale), ma individualmente, il miglioramento in questo tipo di parametro durante uno sforzo aerobico costante, è normale che si possa verificare. Considerando che sono stato un bambino asmatico, questa cosa non può che essere positiva.
Ma sono allora portato per la corsa e non l'avevo mai saputo? La realtà è che sono uno zero.
Non ho il fisico, come mi dicevano i miei compagni di liceo.
Non parlo del fatto che sia troppo alto per correre (186x80kg) ma dei miei parametri ematici. Avere un buon ematocrito porta a innegabili vantaggi di un miglior trasporto di ossigeno ai tessuti. Bè, io sono scarsino di "natura".
Ho un'ematocrito (Hct) al di sotto della norma e un'emoglobina (Hb) appena sufficiente.
La corsa non ha influenzato questi parametri in maniera sostanziale ma appena palpabile (MCV migliorato del 5%, Hct del 7%).
Meglio che niente!
Insomma, la mia fitness è senz'altro migliorata, ho 54 di frequenza cardiaca a riposo, nonostante l'elettrocardiogramma mostri un blocco di branca destra, ininfluente per una idoneità sportiva agonistica, ma che aggiunge un altro tassello al fatto che non abbia il "fisico".
Ma sono allora portato per la corsa e non l'avevo mai saputo? La realtà è che sono uno zero.
Non ho il fisico, come mi dicevano i miei compagni di liceo.
Non parlo del fatto che sia troppo alto per correre (186x80kg) ma dei miei parametri ematici. Avere un buon ematocrito porta a innegabili vantaggi di un miglior trasporto di ossigeno ai tessuti. Bè, io sono scarsino di "natura".
Ho un'ematocrito (Hct) al di sotto della norma e un'emoglobina (Hb) appena sufficiente.
La corsa non ha influenzato questi parametri in maniera sostanziale ma appena palpabile (MCV migliorato del 5%, Hct del 7%).
emocromo del 12/2009 e confronto con quello del giugno 2018 |
Meglio che niente!
Insomma, la mia fitness è senz'altro migliorata, ho 54 di frequenza cardiaca a riposo, nonostante l'elettrocardiogramma mostri un blocco di branca destra, ininfluente per una idoneità sportiva agonistica, ma che aggiunge un altro tassello al fatto che non abbia il "fisico".
Ma torniamo alla foto di apertura.
Le mi espressioni sono differenti.
I due uomini sono diversi.
Da una parte l'espressione di chi è lì in un ambiente che non è il suo, a destra la maschera di chi è trasfigurato dalla trance agonistica.
Ed è con questo che voglio concludere questo piccolo bilancio di #5yearschallange.
Non è soltanto il fisico che è migliorato pur invecchiando (e probabilmente potrebbe migliorare ancora se avessi tempo di allenarmi meglio) ma anche la mente.
E' la mente che mi ha condotto fin qui, che mi ha dato gli stimoli per cambiare, per resistere alla fatica, alla noia degli allenamenti, che mi ha fatto superare i momenti più bui, i muri fisici e mentali che mi si sono parati davanti.
E' la mente che è rimasta completamente soddisfatta di dove abbia portato un fisico da zero e che guardandosi indietro, si chiede : "ma quello non ero io!"
Impossibile! Si dice. E non si sa dare un risposta.
#zeromaratone su Instagram |
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