Il triathlon e la maledetta boa

 Il triathlon e la boa (episodio 2).



Quando quest'estate scrivevo che avevo fallito il raggiungimento di un modesta boa segnaletica in mare, facevo alcune riflessioni sulla nuova attività sportiva che avevo deciso di intraprendere e che contemplava swim, bike e run, cioè il triathlon.

1) SWIM : 10 mesi fa, quella boa era lontana, molto lontana!

Non sapevo nuotare di resistenza, non capendo come respirare e come avere movimenti fluidi in acqua e la profondità mi spaventava! La prima volta che sono entrato in piscina in allenamento, ho preso una zuccata da un triathleta che percorreva la mia corsia in senso contrario!

Ora dopo 8 mesi di allenamenti con il coach di Torino Triathlon Claudio Manetti, ho superato questo mio limite per ben due volte, diventando triathleta sprint ad Andora (SV) il 30 aprile e triathleta olimpico il 8/5/2023 a Candia Canavese (TO). Per l'esattezza, dopo aver nuotato 750 m. in mare e 1500 m. in lago nel secondo. 

2) BIKE : non ho mai posseduto una bici da corsa. Ho comprato una Scott usata a Carmagnola 11 mesi fa! Non sapevo come usare i pedali a sgancio rapido e all'inizio avevo persino paura di cadere nel salire in sella! La bici rappresenta ancora uno dei miei punti deboli perchè non sono ancora capace a bere o mangiare stando in sella, ho paura ad andare in discesa e la mia gamba non è ottimizzata.  Però ho completato 40km del triathlon olimpico a 20km/h di media!

3) RUN : la frazione dove trovo più "confidence", quando in T2 metto le scarpe so di non dover affrontare l'ignoto e mi rilasso. Non basta a recuperare posizioni e la stanchezza si fa sentire, soprattutto nei primi chilometri aspettando che ci sia uno strano "switch": lasci la bici e corri con il fiatone e i muscoli imballati, poi qualcosa scatta in te e ritorni ad avere le sensazioni che hai sempre provato! 






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