Come ci si allena per un Ironman?

 Come ci si allena per un Ironman?


Non so sinceramente se ero pronto fisicamente veramente al mio primo Ironman 70:3, ma l'ho concluso sulle mie gambe e sono qui a mostrare la medaglia.

Ho corso la mia prima maratona in un anno e ho concluso il mio ironman70:3 dopo 15 mesi dall'aver inforcato una bicicletta: anything is possible!

Per un caso fortuito il mio arrivo a Cervia nel 2023 è stato scelto per il video celebrativo dall'organizzazione. Questione di fortuna dato che sono arrivato quart'ultimo e fuori tempo massimo (8h:07, come racconto qui), ma tant'è: in quella faccia che taglia il traguardo c'è tutto, emozione, fatica, il vissuto di essere lì in quel momento. Tra le migliaia di atleti, migliori di me, è piaciuta la mia!


E' piaciuto così tanto il mio arrivo che anche Endu Channel inserisce il mio arrivo nel video di Ivan Risti su come ci si prepara all'IRONMAN. 

Nel preparare il mio primo Ironman ho dovuto superare molti limiti

Sia mentali che fisici

Sapevo stare a galla e per così dire "nuotare", ma nuotare in acque libere è un'altra cosa. Avevo due paure: quella della profondità e quella dell'imponderabile, diciamo della "bestia". Due paure infantili, possiamo definirle puerili, ma che condizionano la mente e l'azione muscolare nel nuoto. Le ho superate quando ho imparato a respirare e il gesto -3 bracciate, un respiro- è diventato nella mia mente, automatico. Grazie al mio allenatore Claudio Maletti che ha sempre rimproverato "se non impari a buttare fuori l'aria, non vai da nessuna parte". E' più facile a dirsi che a farsi ma tutto il resto va di conseguenza.

L'altra paura, quella della profondità, l'ho superata quando ho indossato per la prima volta la muta. Con la muta non si può annegare perchè rimani comunque come un sacco di patate a galla. Certo puoi malauguratamente perdere conoscenza e annegare, ma non vai a fondo. Figuratevi che nei primi allenamenti, mi faceva addirittura paura il fondo della piscina quando scendeva a 3 metri e 50. Adesso non ci faccio neanche caso. E' indifferente. E anche in acque libere, il blu non mi fa più paura. Un aspetto mentale. "La bestia" non esiste più, tanto non mi può sopraffare. 

Andare forte in bici nell'Ironman? Delle tre frazioni quella più determinante!

Seconda paura che ho dovuto affrontare è quella della velocità in bici. Non ho mai posseduto una bici da corsa e l'ho comprata per la prima volta usata quando mi sono iscritto a triathlon. La bici è uno strumento, ci sali su e poi ça va sans dire, pedali. Pedalare per fare un giro in campagna guardandosi in giro è un conto, pedalare in gara è un altro. Andare forte in bici è una cosa che bisogna allenare. Fisicamente e mentalmente. Dai 25 km/h in su, non è immediato far correre la bici. Infatti è pieno di tutorial e di suggerimenti. Non basta spingere il rapporto muscolarmente e sprigionare quanti più Watt possibile (cosa non scontata) ma gestire la stabilità della bici, l'asfalto che scorre veloce sotto gli occhi, l'aria che ti sbatte in faccia. Tenere in gara una velocità media di 30 o 35 km/h cambia radicalmente la posizione all'arrivo, ma in quel delta di 5 km/h c'è un grande lavoro fisico e mentale. Andare poi ai 40 km/h è ancora un altro step e non tutti ci arrivano!

Ultima frazione dell'Ironman: la maratona o mezzamaratona (nel 70:3)!
Correre è per me la frazione più semplice, almeno mentalmente. Pensare di indossare le scarpe da running è un aspetto rilassante che calma la mia mente e fuga le mie paure. Però, la frazione di corsa è l'ultima nel triathlon e questo aspetto non è secondario. Un conto è partire per una maratona dove devi gestire le energie, e un conto è cambiare per la terza volta gesto atletico attivando nuovi gruppi muscolari. Sei stanco, sei in gara da diverse ore, concludere la frazione di corsa al passo a cui sei abituato e che hai programmato in allenamento, non è semplice. Bisogna aver saputo gestire al meglio l'idratazione e l'alimentazione in precedenza e sperare che non faccia molto caldo (generalmente si conclude la gara nel tardo pomeriggio).

E come dice Ivan su Endu, la maratona è un viaggio, l'Ironman un romanzo! Anything is possible!



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